Lo schermo dell’arte è partner del progetto Romanistan di Luca Vitone, promosso dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, vincitore della IV edizione del bando Italian Council (2018), concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.

Romanistan è un viaggio in auto che Vitone intraprende, insieme ad una troupe formata da Pietro de Tilla, Daniele Gasparinetti, Athos Ghiringhelli, Enrico Manfredini, Elvio Manuzzi, Giovanni Oberti, Gennaro Spinelli, Santino Spinelli, per ripercorre a ritroso il tragitto di emigrazione iniziato intorno all’VIII secolo compiuto dal popolo Rom, dall’India nord occidentale verso l’Europa. Partendo da Bologna il 25 maggio 2019, città che conserva il documento Rerum Italicarum Scriptores del 18 luglio 1422, prima testimonianza ufficiale della presenza del popolo Rom in Italia, l’artista seguirà alla rovescia il percorso fatto da Rom, Sinti e Kalé nella loro emigrazione e arriverà in India dopo sei settimane.

Il titolo Romanistan deriva dalle parole di Manush Romanov, rappresentante Rom proveniente dalla Bulgaria, il quale immaginò la possibilità di dar vita ad un paese Rom. “Considerata la dimensione di dispersione che caratterizza l’unità culturale di questo popolo” afferma l’artista “ripercorrere le tappe di questa migrazione significa mettere in luce la frammentaria ma solida unione di tale minoranza etnica”.

Il viaggio sarà l’occasione per realizzare un film che verrà presentato a novembre 2019 nella mostra personale di Luca Vitone al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, e alla XII edizione dello Schermo dell’arte Film Festival.

In collaborazione con Il Manifesto uscirà ogni venerdì un breve diario del viaggio che seguirà le tratte del percorso. Inoltre, sul sito dell’artista sarà possibile vedere le coordinate geografiche quotidianamente aggiornate.

Leggi l’intervista di Lorenza Pignatti a Luca Vitone sul Il Manifesto del 25 maggio 2019