Quello che verrà è solo una promessa
di Flatform, Italia, Olanda, Nuova Zelanda 2019, 24'
SCENEGGIATURA: Flatform   RIPRESE: Simon Baumfield e Jess Charlton
FOTOGRAFIA: Flatform   PRODUTTORE: Dugong Film / Serious Film / BlueSkin Films
MONTAGGIO: Flatform   LINGUA: sonoro
SUONO: Wim De Boer    

Schermo dell'Arte - Archivio Film
 Presentato allo Schermo dell'arte 2019

 Nel Pacifico del sud, l’isola di Funafuti appartenente all’arcipelago di Tuvalu, è diventata ormai da qualche anno teatro di un fenomeno unico e terribile, una vera catastrofe ambientale. A causa dell’innaturale surriscaldamento del mare, l’acqua salata risale dal sottosuolo e sgorga attraverso le porosità dei terreni allagandoli, compromettendo in maniera forse definitiva il futuro della vita sull’isola. Il collettivo italiano Flatform si è interessato alla vicenda già dal 2010, e ha realizzato questo cortometraggio interamente girato sull’isola. In un lungo piano sequenza, vediamo avvicendarsi lo stato di siccità e quello dell’allagamento e viceversa, senza interruzioni. Nel costante e scorrevole movimento da uno stato all’altro, osserviamo le azioni degli abitanti, spettatori impotenti delle due situazioni ricorrenti dell’isola: l’attesa e la sospensione. Gli studiosi ipotizzato che la popolazione di Funafuti sarà la prima al mondo a dover interamente abbandonare la propria terra, che si prevede potrebbe definitivamente essere sommersa dall’oceano nel giro di pochi anni. 
 
 
Flatform 
 
È un collettivo di artisti attivo dal 2006, con base a Milano e a Berlino. I loro lavori sono stati premiati ai festival più prestigiosi, tra cui Quinzaine des Realisateurs a Cannes, l’ International Film festival a Rotterdam, il festival di Venezia, e sono stati proiettati in molte importanti istituzioni dell’ arte come il Centre Pompidou a Parigi, l’ Haus der Kulturen der Welt in Berlin, l’ Hirshhorn Museum a Washington e il museo MAXXI a Roma. 


Filmografia selezionata:
2018 Eleven Trails 2015 Quantum 2014 Trento Symphonia 2011 A Place to Come




Video introduzione di Giacomo Raffaelli

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