Realizzato per il padiglione Scozzese della 55 Biennale di Venezia (2013), e film che ha fatto valere il Turner Prize al suo autore (2014), It for Others di Duncan Campbell è una riflessione sull’imperialismo degli oggetti nella società contemporanea. Raccogliendo esplicitamente l’eredità di Les statues meurent aussi, il film ne stravolge però la struttura: la linearità e consequenzialità narrativa dell’essay film a cui si ispira, cedono qui il posto a un discorso frammentario, incerto e a tratti disorientante sulla costruzione del valore e sul significato dei beni di consumo.
L’artista, avvalendosi di una varietà di registri linguistici differenti, ci guida attraverso riflessioni sulle cesure provocate dal colonialismo nelle culture da esso assoggettate, una performance della Michael Clark Company che astrattamente tratta il tema dello scambio dei beni, scene di vita domestica e bottiglie di ketchup dalla forma antropomorfa. In un presente altamente mercificato dove ogni bene è sottoposto alle regole del mercato globale, nemmeno l’arte può dirsi immune da questo fenomeno.