Dal 1965 e fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2011 pochi mesi dopo la fine delle riprese di questo film, l’artista concettuale Roman Opalka ha dipinto progressioni numeriche bianche su tele nere tutte della stessa dimensione, quelle della porta del suo studio di Varsavia. Rendendo gli sfondi sempre più evanescenti, con l’aggiunta graduale di una percentuale di bianco, egli era arrivato negli ultimi anni a una pittura bianco su bianco.
Narrato in prima persona dall’artista, il documentario ne ripercorre in modo estremamente diretto la vita e il lavoro, seguendo il filo rosso dei suoi “Détails”: momenti di un unico radicale progetto interamente dedicato alla registrazione pittorica e, dagli anni Settanta, anche fotografica e sonora, dello scorrere del tempo “dall’uno all’infinito”. Sulle musiche di Mateusz
Zaluski, la voce di Opalka che recita i suoi numeri in polacco mentre li dipinge ci accompagna per tutto il film, che è stato premiato con il Grand Prix all’ultimo Festival di Montreal 2012.