VISIO Production Fund 2024/2025

artisti
Ph. by Daniele Molajoli
Abdessamad El Montassir
1989, Marocchino. Con base tra Francia e Marocco
Gala Hernández López
1993, Spagnola. Vive e lavora a Parigi
Ph. credits Alexandre Ean
Peng Zuqiang
1992, Cinese. Vive e lavora ad Amsterdam
opere
Courtesy the artist
Âabide l'kadia

di Abdessamad El Montassir

co-prodotto con Frac Bretagne

Il film ci invita a prestare attenzione alle storie degli Haratin, delle persone ridotte in schiavitù e degli schiavi liberati in Mauritania. Il film propone un’immersione negli spazi di resistenza creati da queste comunità, attraverso un racconto rizomatico che connette testimonianze, canti Haratin, la lingua come strumento di dominazione e le parrucche come forma di cartografia—il tutto legato insieme dal mito di una conchiglia. Il progetto riflette su situazioni di dominio, in cui nuovi modelli danno forma a spazi di emancipazione in costante reinvenzione. In questa dimensione, camminare e cantare diventano atti di lotta e resistenza che sovvertono l’ordine imposto per creare spazi in cui gli Haratin possano rivendicare i propri diritti, le proprie identità e le storie che sono state loro sottratte.

Courtesy the artist
Dreams of Prophets

di Gala Hernández López

co-prodotto con Fondazione In Between Art Film

Cosa vede il sonno quando ci guarda? Dreams of Prophets svela l’architettura silenziosa dell’inconscio: mappata, estratta e governata. Una meditazione sulla natura in evoluzione del sogno nel neurocapitalismo, il film intreccia visioni spettrali, reverie frammentate e allucinazioni meccaniche, mettendo in discussione il destino del paesaggio onirico ingegnerizzato in un’epoca di cattura totale.

Courtesy the artist
Afternoon histories

di Peng Zuqiang

co-prodotto con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci

La pellicola da 8,75 mm – un formato in celluloide unico della Cina e mai diffuso altrove – è stato un formato cinematografico per il quale non è mai stata prodotta una macchina da presa. Questo formato di stampa era utilizzato principalmente dalle unità mobili di proiezione per mostrare film nelle campagne, nelle zone montuose, sulle isole e nelle regioni abitate da minoranze etniche in Cina, tra gli anni ’60 e ’80. Lavorando attorno alla domanda: «Che cos’è un film senza una macchina da presa?», il progetto cerca di reimmaginare questo mezzo di propaganda come strumento di memoria, resilienza e altre mistificazioni.