Lo schermo dell’arte promuove la nona edizione di VISIO-European Programme on Artists’ Moving Images, un progetto di ricerca e residenza dedicato ad artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica.
VISIO è strutturato in una mostra e una serie di seminari, tavole rotonde e incontri. Promuovendo il confronto e la mobilità internazionale di giovani creativi, VISIO ha favorito in questi anni lo sviluppo di un network europeo tra istituzioni, artisti e professionisti che lavorano con le moving images creando un importante archivio di una nuova generazione di artisti europei o residenti in Europa. Sono oltre 800 gli artisti che hanno partecipato al processo di selezione delle precedenti edizioni.
Il progetto, ideato e curato da Leonardo Bigazzi, si tiene a Firenze nell’ambito della XIII edizione dello Schermo dell’arte Film Festival, dal 9 al 14 novembre 2020, ed è rivolto a 12 giovani artisti italiani ed europei che lavorano con le immagini in movimento. I partecipanti saranno selezionati attraverso una open call e in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. Le candidature dovranno essere inviate entro giovedì 1 ottobre 2020.
La mostra con le opere dei partecipanti, intitolata Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis, è prodotta con NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. Sarà allestita negli spazi di Manifattura Tabacchi, ex complesso industriale in stile razionalista oggi al centro di un importante progetto di rigenerazione urbana che si propone di dar vita a un nuovo quartiere per la città e un centro per la cultura contemporanea, l’arte e la moda che sia complementare al centro storico, aperto a tutti e connesso col mondo.
L’apertura della mostra, originariamente in programma per lunedì 9 novembre, sarà posticipata a causa delle restrizioni imposte dal nuovo DPCM.
La pandemia ci ha reso più consapevoli della fragilità della nostra esistenza biologica minando il senso stesso di comunità e amplificando la paura di tutto ciò che è altro da noi. I dispositivi digitali sono risultati indispensabili per rimanere connessi, ma allo stesso tempo sono il veicolo principale di un flusso di immagini e informazioni incontrollabili che altera profondamente la nostra percezione della realtà. L’emergenza ha reso più evidenti le disuguaglianze economiche e sociali, rendendole sempre più intollerabili, e la rabbia si sta traducendo in rivolte e proteste diffuse. La necessità di ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e le altre specie che abitano il pianeta, appare come l’unica possibilità per evitare il rischio di un’incombente catastrofe climatica. La mostra presenterà quindi dodici film, video e installazioni che riflettono sulle questioni più urgenti generate dall’attuale crisi mondiale, proponendo visioni alternative per ripensare il presente e immaginare il futuro.
Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis si pone in coerente continuità con le cinque precedenti mostre organizzate a Palazzo Strozzi (2019 e 2015), Le Murate PAC (2018), Palazzo Medici Riccardi (2017), Cinema La Compagnia (2016).
È confermato il VISIO Young Talent Acquisition Prize (VI edizione). Il Premio consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei. Con questo Premio, Lo schermo dell’arte Film Festival, grazie alla partnership con Seven Gravity Collection, intende sostenere giovani artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica promuovendo il collezionismo di video installazioni, film e video d’artista.
VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images è strutturato in cinque sezioni:
1. Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis
La mostra, a cura di Leonardo Bigazzi, sarà allestita con le opere dei partecipanti negli spazi di Manifattura Tabacchi. Il progetto espositivo presenta dodici film e video installazioni che riflettono sulle domande più urgenti generate dall’attuale condizione di crisi mondiale, proponendo delle visioni alternative per ripensare il presente e immaginare il futuro.
2. Festival
I partecipanti sono invitati a seguire le proiezioni, gli incontri e le lectures del programma della XIII edizione dello Schermo dell’arte Film Festival. Le tematiche affrontate saranno poi approfondite e sviluppate durante i seminari e le conversazioni con i curatori e gli artisti ospiti. In questa edizione saranno proiettati i lavori di vari artisti internazionali tra i quali Francis Alÿs, Omer Fast, Emily Jacir, Adrian Paci, John Menick, Riccardo Benassi, Thao Nguyen Phan. Ai partecipanti di VISIO sarà dato accesso gratuito anche ai film in streaming del Festival.
3. VISIO. Young Talent Acquisition Prize
Il Premio consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicate alle opere video di artisti contemporanei. Il Premio sarà assegnato dai Soci Fondatori della Seven Gravity Collection e l’artista vincitore sarà annunciato durante la serata conclusiva dello Schermo dell’arte Film Festival.
4. Seminari
Sarà organizzato un ciclo di seminari tenuti da artisti e curatori ospiti del Festival che discuteranno con i partecipanti alcuni aspetti della loro pratica artistica e della loro metodologia di ricerca. I seminari, della durata di due ore, saranno strutturati in modo da prevedere anche momenti di dialogo e condivisione della propria esperienza tra i professionisti e i partecipanti. Uno dei seminari di questa edizione sarà tenuto dall’artista Omer Fast. Nelle edizioni precedenti i seminari sono stati tenuti da Isaac Julien, Marine Hugonnier, Philippe-Alain Michaud, Filipa Ramos, Deimantas Narkevicius, Mark Nash, Maria Lind, Alain Fleischer, Heinz Peter Schwerfel, Sibylle Kurz, Sarah Perks, Erika Balsom, Shirin Neshat, Manuel Cirauqui, Domenico Quaranta e Forensic Architecture.
5. Conversation Room
In questo spazio i partecipanti potranno confrontarsi, durante tavole rotonde e incontri individuali di 40 minuti, con artisti, curatori, critici, produttori e direttori di istituzioni internazionali ospiti del Festival. Dalla presentazione del proprio portfolio a una semplice conversazione, questi momenti sono pensati come un’occasione di confronto e di scambio per favorire la crescita professionale dei partecipanti ed estendere il loro network di contatti internazionali. Tra i professionisti già confermati per il 2020: Philippe Alain-Michaud, Beatrice Bulgari, Adrienne Drake, Ilaria Gianni, Alessandro Rabottini and Hilde Teerlinck.
1. Selezione dei partecipanti
Sono ammessi alla selezione giovani artisti che:
- utilizzano il video come medium privilegiato nella loro pratica artistica
- non hanno superato i 35 anni d’età
- sono cittadini o residenti in uno dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa (lista completa)
- sono in possesso di un diploma universitario (M.A. o equivalente) o hanno avuto almeno una mostra personale negli ultimi due anni
- hanno una ottima conoscenza della lingua inglese
2. Documentazione richiesta e scadenze
Il modulo di partecipazione è scaricabile qui. Tutta la documentazione dovrà essere inviata in lingua inglese.
Sarà inoltre necessario inoltrare i seguenti file:
- Curriculum Vitae (specificare data di nascita e nazionalità e/o paese di residenza)
- portfolio completo di web-link ai video già realizzati e ove possibile immagini delle opere installate
- foto dell’artista con risoluzione di almeno 300 dpi (formato JPG o TIFF)
Le candidature dovranno essere inviate a Carolina Gestri all’indirizzo visio@schermodellarte.org entro e non oltre giovedì 1 ottobre 2020 alle ore 23:00.
I 12 artisti selezionati saranno contattati via e-mail entro il 19 ottobre 2020.
L’apertura ufficiale dei lavori avrà luogo alle ore 17.00 di lunedì 9 novembre e si concluderà alle 23.30 di Sabato 14 novembre. I partecipanti sono tenuti a seguire tutti gli incontri per l’intera durata del Programma (in presenza o in streaming).
Tutti gli incontri e i seminari saranno tenuti in lingua inglese.
3. Gli artisti selezionati riceveranno:
- Pass per seguire la programmazione del Festival (proiezioni, streaming e lectures)
- 250 euro per sostenere spese di viaggio per Firenze
- Partecipazione a tutte le sezioni del Programma
- Alloggio in Hotel (dal 9 al 14 novembre compresi, 6 notti)
COVID-19 e sostegno per gli artisti
VISIO è un progetto che si fonda sulla costruzione di un’esperienza collettiva di condivisione generata da una comunità aperta di artisti, curatori e collezionisti. Per questo crediamo fortemente nella necessità di fare tutto il possibile perché il programma garantisca in sicurezza la presenza degli artisti e degli ospiti a Firenze.
Siamo tuttavia consapevoli delle difficoltà e delle incertezze dovute alla situazione sanitaria globale, e della precarietà generata dalla pandemia di COVID-19. Per questa ragione ai 12 artisti selezionati per il programma sarà garantito un supporto di 250 euro per sostenere le spese di viaggio.
Nel caso fosse già sicura al momento della selezione l’impossibilità per un artista di essere presente, o il viaggio fosse successivamente annullato per cause inderogabili, il sostegno di 250 euro sarà comunque erogato e la partecipazione a tutte le sezioni del programma sarà garantita in streaming.
Jonas Brinker nella sua pratica artistica utilizza il cinema e la fotografia come strumenti di osservazione e contemplazione. Osservando a distanza le periferie di contesti difficili, le cattura e riformula con delicatezza. La sua paziente cinematografia rivela davanti allo spettatore immagini che potrebbero essere viste come universi soggettivi autosufficienti. Il suo lavoro è stato recentemente esposto al Frankfurter Kunstverein; Städelmuseum, Francoforte; Palais de Tokyo, Parigi; Goethe-Institut Israel e Berghain, Berlino.
Brinker si è laureato alla Slade School of Fine Arts di Londra nel 2015 e ha proseguito i suoi studi alla Städelschule Frankfurt nella classe di Douglas Gordons e Willem de Rooij. Si è laureato come Meisterschüler nel 2018. Durante gli studi a Francoforte ha fatto uno scambio con la Bezalel Academy of Arts di Tel Aviv e ha visitato la classe Josephin Prydes all’UDK di Berlino come guest student.
Attraverso molteplici approcci alle immagini in movimento, il suo lavoro approfondisce il livello soggettivo delle esperienze collettive, esplorando l’immaginario popolare e i ricordi comuni. Regista di El Tiempo, Firefly, Bat e The Woodland, il suo lavoro è stato esposto in istituzioni d’arte tra cui Museo Reina Sofía, Centre for Contemporary Arts Glasgow, Museum of Modern Art of Medellín, nonché in festival cinematografici come Ann Arbor, Raindance, FICGuadalajara, Ji.hlava, Vienna Shorts. Laureata in regia di documentari alla International Film School di San Antonio de los Baños (Cuba) e in Fine Arts alla University of the Arts di Londra (UK), ha partecipato a programmi come P.O.P.S. (Matadero, Madrid), Campus (Latitudes, Barcelona) e La Práctica (Beta Local, Puerto Rico).
Helen Anna Flanagan combina eventi reali con narrazioni immaginarie per produrre video, installazioni e performance. Costruendo e inventando scenari – spesso servendosi della categoria dell’assurdo – indaga le strutture sociali e il sottotesto politico del quotidiano, concentrandosi su emozioni e affetti, lavoro e corpo. Le sue opere sono state presentate in numerosi festival internazionali, come Go Short International Film Festival, Sharjah Film Platform, November Film Festival, Proyector Plataforma de Videoarte, Experiments in Cinema v .5.1, Film and Video Poetry Symposium, Plymouth Contemporary e Art Rotterdam. Helen è la vincitrice dell’IKOB Feminist Art Prize 2019 ed è stata selezionata per la residenza post-accademica di HISK (2019-2020).
Valentina Furian nelle sue opere indaga il rapporto tra uomo e natura. L’artista è particolarmente interessata all’addomesticamento animale come forma di dominio umano e a quello umano in relazioni alle regole della società.
Le sue opere sono state esposte in musei, gallerie private e associazioni culturali come UNA Galleria di Piacenza, MUSE di Trento, MAXXI di Roma, Sunaparanta Center for Contemporary Art di Goa, Method Gallery, Soho House e ArtOxygen a Mumbai, BACO, The Blank Contemporary Art di Bergamo, Musei Civici Bassano del Grappa, Case chiuse, Careof, Viafarini, Dimora Artica, Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia, MAMbo di Bologna.
Ha frequentato il corso di Arti Visive all’Università Iuav di Venezia e l ‘École des Beaux Arts de Nantes.
Il lavoro di Megan-Leigh Heilig è conflittuale e provocatorio, ma anche intimo e personale. Si occupa di realtà politiche e sociali che vengono tradotte in opere attraverso le sue esperienze private. È cresciuta a Johannesburg e si è laureata presso l’Università del Witwatersrand con un BFA; ha completato il suo MFA all’Università di Cape Town, e ha completato una residenza di 2 anni presso l’HISK a Gent. Megan ha esposto alla Seven Hills 2nd Kampala Biennale 2016 curata da Elise Atangana; nei progetti Digital Africa tra YaPhoto e Open Source curati da Christine Eyene nel 2017; nel 2018 in una collettiva intitolata Somewhere In Between al BOZAR di Bruxelles; la mostra del Feminist Art Prize tenutasi presso IKOB a Eupen 2019, 21a Biennale di Arte Contemporanea Sesc_Videobrasil | Imagined Communities 2019-2020 e la collettiva intitolata Together at MHKA nell’agosto 2020.
Marcin Liminowicz è un designer e artista multidisciplinare. Il suo lavoro naviga in ambienti fisici e digitali e si focalizza sull’agency della materia e sulla dicotomia tra ‘osservare’ e ‘partecipare a’ ciò che ci circonda. Combinando l’analisi di nozioni di geobiologia e filosofia con una varietà di mezzi come la fotografia, il video, l’installazione spaziale e la performance, è in grado spesso di tradurre nelle sue opere l’essenza di ambienti marginali. Ha completato un anno di residenza presso il FABRICA Communication Research Center di Treviso, Italia. È membro del Krzak Collective – una comunità che gestisce un giardino comune e uno spazio culturale a Varsavia. Le sue opere sono nelle collezioni di Polyeco Contemporary Art Initiative, Grecia e Musée de l’Elysée, Losanna, Svizzera.
Attualmente frequenta un master in Arts and Design, Non Linear Narrative presso la Royal Academy of Art di The Hague (NL) e BA presso l’Institute of Creative Photography di Opava (CZ).
La percezione della realtà da parte dell’individuo in relazione all’ambiente, al tempo, agli stimoli esterni e ai modelli di pensiero veicolati dai mass media sono alcuni dei temi che Edson Luli affronta nella sua ricerca multidisciplinare. Offrendo al pubblico uno sguardo di tipo partecipativo, Luli si propone di esplorare e osservare ciò che accade quando siamo impegnati nell’attività del pensiero. Le opere di Luli sono state esposte in spazi internazionali pubblici e privati, tra cui: A volte penso che…, Prometeo Gallery Ida Pisani, Chiesa San Matteo, Lucca, 2020; I don’t know. Let’s see!, (solo show) Prometeo Gallery Ida Pisani. online gallery space, 2020.
È laureato in Nuove Tecnologie dell’Arte (BA) e in Cinema e Video (MA) all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
Olena Newkryta è un’artista visiva il cui lavoro interdisciplinare include fotografia, video e installazioni. La sua pratica artistica esamina i tessuti sociali, la produzione dell’identità culturale e dello spazio in rapporto alle narrazioni storiche e politiche.
Newkryta ha ricevuto numerosi premi e borse di studio, tra cui: START-scholarship of the Federal Ministry for Culture, Grant of the Federal Ministry for Science, Award of the Kunsthalle Vienna. I suoi lavori sono stati presentati in numerose mostre e screening, tra cui Kunstforum Vienna, Kunsthalle Vienna, Lentos Kunstmuseum Linz, Fotogalerie Vienna, Musrara Mix Festival Gerusalemme, Crossing Europe Filmfestival, Blickle Kino Vienna.
Ha studiato all’University of Applied Arts Vienna e all’Accademia Gerrit Rietveld di Amsterdam.
Il lavoro di Ghita Skali utilizza come punto di partenza le proprie indagini su aneddoti apparsi sui media e poi dimenticati e/o cancellati. Nel suo approccio ciò che conta non è tanto una ricerca della verità, quanto una volontà di tracciare tutte le possibili ramificazioni di questa narrazione, le contraddizioni e i vicoli ciechi delle molte voci che l’hanno sviluppata. I suoi progetti sono stati recentemente presentati al Palais de Tokyo (Parigi), été 78 (Bruxelles), Project Space Festival (Berlino), Beirut Art Fair, Triangle (Marsiglia), 18 (Marrakech), Cube Independent Art Space (Rabat), Il Cairo Off Biennale, Stedelijk Museum (Amsterdam) e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino). Ghita Skali ha studiato a Villa Arson a Nizza e ha partecipato al De Ateliers, ad Amsterdam.
Peter Spanjer è un artista visivo nigeriano, nato e cresciuto in Germania che attualmente vive e lavora a Londra. Utilizzando numerosi media immersivi che combinano film e suono, il lavoro di Peter affronta la natura morbida, vulnerabile e complessa della vita nera e del corpo nero all’interno dello spazio che questo occupa. Il suo lavoro è stato presentato presso White Cube, Saatchi Gallery e ha fatto parte del programma Circa 20:20 dove un suo film è stato mostrato a Piccadilly Lights. La sua prossima mostra include la sua prima personale alla galleria Kristin Hjellegjerde di Londra. Si è laureato al Royal College of Art di Londra nel 2020, dove ha conseguito il Master in Contemporary Art Practice: Moving Image.
Emilia Tapprest è una designer e regista che indaga le implicazioni sociali e psicologiche delle tecnologie emergenti sugli esseri umani. I suoi lavori cinematografici affrontano temi come la connessione umana e l’agency nell’età della quantificazione, esplorando come la logica sottostante di un sistema produca particolari “atmosfere affettive” in nell’interazione con il suo tessuto sociale. Lavorando in stretta collaborazione con lo storico e produttore musicale Victor Evink, la loro ricerca esplora le implicazioni viscerali ed esistenziali dei rapidi sviluppi tecno-culturali attraverso la costruzione interdisciplinare del mondo e dei media immersivi.
Attualmente vive a Maastricht ed è artista in residenza presso la Jan van Eyck academie (2020-2021).
Tora Wallander lavora su progetti di ricerca, partendo dall’analisi di eventi e fenomeni reali e arrivando a produrre video che oscillano tra la fiction e genere documentario. È interessata al rapporto del genere umano con la natura e al nostro ruolo in essa. Fa uso di una vasta gamma di materiali e tecniche, spesso utilizzando metodi che creano illusioni quando si muove tra l’analogico e il digitale. Il suo lavoro è stato esposto alla Konstakademien, Stoccolma; R1, KTH, Stoccolma; Galleri Mejan, Stoccolma. Ha conseguito un MFA presso il Royal Institute of Art a Stoccolma.
Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis
a cura di Leonardo Bigazzi
in collaborazione con NAM – Not A Museum
Manifattura Tabacchi
9 novembre – 8 dicembre 2020
La mostra con le opere dei partecipanti, intitolata Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis, è prodotta con NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. Sarà allestita negli spazi di Manifattura Tabacchi, ex complesso industriale in stile razionalista oggi al centro di un importante progetto di rigenerazione urbana che si propone di dar vita a un nuovo quartiere per la città e un centro per la cultura contemporanea, l’arte e la moda che sia complementare al centro storico, aperto a tutti e connesso col mondo.
L’apertura della mostra, originariamente in programma per lunedì 9 novembre, sarà posticipata a causa delle restrizioni imposte dal nuovo DPCM.
La pandemia ci ha reso più consapevoli della fragilità della nostra esistenza biologica minando il senso stesso di comunità e amplificando la paura di tutto ciò che è altro da noi. I dispositivi digitali sono risultati indispensabili per rimanere connessi, ma allo stesso tempo sono il veicolo principale di un flusso di immagini e informazioni incontrollabili che altera profondamente la nostra percezione della realtà. L’emergenza ha reso più evidenti le disuguaglianze economiche e sociali, rendendole sempre più intollerabili, e la rabbia si sta traducendo in rivolte e proteste diffuse. La necessità di ripensare il modello capitalista e il nostro rapporto con l’ambiente e le altre specie che abitano il pianeta, appare come l’unica possibilità per evitare il rischio di un’incombente catastrofe climatica. La mostra presenterà quindi dodici film, video e installazioni che riflettono sulle questioni più urgenti generate dall’attuale crisi mondiale, proponendo visioni alternative per ripensare il presente e immaginare il futuro.
Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis si pone in coerente continuità con le cinque precedenti mostre organizzate a Palazzo Strozzi (2019 e 2015), Le Murate PAC (2018), Palazzo Medici Riccardi (2017), Cinema La Compagnia (2016).
INFO
Manifattura Tabacchi
L’apertura della mostra, originariamente in programma per lunedì 9 novembre, sarà posticipata a causa delle restrizioni imposte dal nuovo DPCM.
VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images IX edizione
a cura di Leonardo Bigazzi
Promosso e organizzato dallo Schermo dell’arte collaborazione con NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. Riceve il contributo del MIBACT – Direzione generale Cinema e audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Fondazione Sistema Toscana. È realizzato in collaborazione con Fondazione In Between Art Film e MYmovies con il sostegno di Gucci come Main Sponsor. Media Partner Flash Art
la selezione dei partecipanti è realizzata in partnership con
- Accademia di Belle Arti di Brera
- Accademia di Belle Arti di Firenze
- Art House (Scutari)
- Careof (Milano)
- De Ateliers (Amsterdam)
- Gerrit Rietveld Academie (Amsterdam)
- HIAP – Helsinki International Artist Programme
- La Casa Encendida (Madrid)
- Rijksakademie van beeldende kunsten (Amsterdam)
- Royal College of Art (Londra)
- Royal Institute of Art (Stoccolma)
- Städelschule (Francoforte)
- Universität der Künste Berlin
- Vilnius Academy of Arts
- WIELS, Contemporary Art Centre (Bruxelles)