Il progetto
Lo schermo dell’arte Film Festival promuove la seconda edizione di VISIO. European Workshop on Artists’ Moving Images.
VISIO è strutturato in una serie di proiezioni, seminari e incontri dedicati ad approfondire la visione e le tematiche degli artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica.
VISIO intende favorire lo sviluppo di un network europeo tra artisti e professionisti che lavorano con le moving images, promuovendo il confronto e la mobilità internazionale di giovani creativi.
Il Workshop si tiene a Firenze nell’ambito della 6° edizione de Lo schermo dell’arte Film Festival, dal 12 al 17 novembre 2013, ed è rivolto a 12 giovani artisti italiani ed europei che lavorano con le immagini in movimento.
I partecipanti saranno selezionati attraverso una open call e in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. La Commissione di Selezione dei partecipanti è composta da Leonardo Bigazzi, curatore progetto VISIO, Silvia Lucchesi, direttore Lo schermo dell’arte, e da Angelika Stepken, direttore di Villa Romana.
Quest’anno il progetto avrà una nuova importante sezione dedicata ai lavori degli artisti partecipanti: VISIO Screening Program. Saranno selezionati 12 video monocanale, uno per ciascun artista, che verranno proiettati nelle sale espositive di Villa Romana a Firenze. Il programma prevede proiezioni giornaliere dal 12 al 17 novembre 2013 e una giornata in cui gli artisti partecipanti presenteranno al pubblico le linee fondamentali della loro pratica artistica.
Struttura
VISIO – European Workshop on Artists’ Moving Images è strutturato in cinque sezioni principali:
1. Festival
I partecipanti sono invitati a seguire tutte le proiezioni, gli incontri e le lectures del programma ufficiale del Festival intervenendo attivamente nelle discussioni. Le tematiche affrontate saranno poi approfondite e sviluppate durante i seminari e le conversazioni con i curatori e gli artisti ospiti del Festival. In questa edizione saranno proiettati i lavori di vari artisti internazionali tra cui: Deimantas Narkevicius, Adrian Paci, Simon Starling, Jane e Louise Wilson.
2. VISIO Screening Program
Un video monocanale di ciascun artista partecipante sarà selezionato per un programma di proiezioni ideato per le sale espositive di Villa Romana. Istituzione internazionale, fondata nel 1905 a Firenze, Villa Romana è sede di uno dei più prestigiosi progetti di residenza per artisti in Italia.
3. Artists Presentation
Gli artisti partecipanti introdurranno il proprio lavoro con una presentazione di 20 minuti nelle sale di Villa Romana. Questa giornata sarà l’occasione per illustrare agli altri partecipanti, e ad un pubblico selezionato, le tematiche e le linee fondamentali della propria pratica artistica.
4. Seminari
Sarà organizzato un ciclo di 3 seminari tenuti da artisti e curatori ospiti del Festival che discuteranno con i partecipanti alcuni aspetti della loro pratica artistica e della loro metodologia di ricerca. I seminari, della durata di due ore, saranno strutturati in modo da prevedere anche momenti di dialogo e condivisione della propria esperienza tra i professionisti e i partecipanti.
I tre seminari saranno tenuti da:
Alain Fleischer
Regista, artista, fotografo e scrittore, Fleischer è il fondatore e direttore di Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains.
Ha insegnato in diverse università e scuole d’arte internazionali tra cui : l’IDHEC – Institut des hautes études cinématographiques, Paris 3; l’École nationale d’Art, Villa Arson; l’École nationale supérieure d’arts de Cergy-Pontoise; l’École de la photographie d’Arles e l’Université du Québec a Montréal.
Spaziando come regista dal cinema sperimentale ai lungometraggi di fiction, ai documentari d’arte, ha realizzato oltre centocinquanta film. Le sue pellicole sono state presentate nei principali festival internazionali tra cui Cannes, Berlino, Rotterdam, New York, Montreal, Venezia e Locarno. È stato premiato due volte al Montreal International Art Film Festival, che gli ha dedicato un omaggio nel 2002.
Le sue opere sono esposte in musei e gallerie di tutto il mondo e tra le retrospettive a lui dedicate si ricordano quelle all’Anthology Film Archives di New York, al Centre Pompidou, al Musée du Jeu de Paume, al Centre Nationale de la Photographie e alla Maison Européenne de la Photographie. Ha rappresentato la Francia nelle Biennali di Gwangju in Corea e dell’Avana a Cuba.
Maria Lind
Curatrice indipendente e scrittrice, Maria Lind è direttrice della Tensta Konsthall di Stoccolma. Nell’arco della sua carriera ha lavorato con artisti internazionali come Deimantas Narkevicius, Annika Eriksson, Philippe Parreno, Marion von Osten, Simon Starling, Jason Dodge e Liam Gillick.
Dal 2008 al 2010 è stata direttrice del corso di laurea del Center for Curatorial Studies al Bard College (NY), dal 2005 al 2007 dello IASPIS di Stoccolma e dal 2002 al 2004 della Kunstverein di Monaco. Fino al 2001 è stata curatrice del Moderna Museet di Stoccolma e nel 1998 ha co-curato Manifesta 2. Scrive per giornali e riviste internazionali e ha co-curato diverse pubblicazioni tra cui: Curating with Light Luggage e Collected Newsletter (Revolver Archiv für aktuelle Kunst); Taking the Matter into Common Hands: Collaborative Practices in Contemporary Art (Blackdog Publishing); The Greenroom: Reconsidering the Documentary and Contemporary Art (Sternberg Press); Contemporary Art and Its Commercial Markets: A Report on Current Conditions and Future Scenarios e Performing the Curatorial: With and Beyond Art, (Sternberg Press). Nel 2009 ha ricevuto il Walter Hopps Award for Curatorial Achievement.
Deimantas Narkevicius
Formatosi come scultore e considerato uno degli artisti più significativi della sua generazione, Narkevicius sin dagli anni ’90 realizza video, film e docu-fiction che pongono al centro l’indagine sulla percezione e la trasmissione della storia. Ha esposto il suo lavoro in musei e collezioni private in tutto il mondo, tra cui la Tate Modern, il MoMA e il New Museum di New York, il Centre Pompidou, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia e la BFI Southbank Gallery di Londra. Ha partecipato inoltre a rassegne internazionali come la Biennale di Taipei nel 2012, l’11ma Biennale Internazionale di Istanbul, la 29ma Biennale di Sao Paulo, lo Skulptur Projekte Münster 07 e la 50ma Biennale di Venezia. Nel 2001 ha rappresentato la Lituania alla 49ma Biennale di Venezia.
5. Conversation room
In questo spazio i partecipanti potranno confrontarsi tutti i giorni, durante tavole rotonde e incontri individuali di 45 minuti, con artisti, curatori, critici, produttori e direttori di istituzioni internazionali ospiti del Festival. Una giornata sarà inoltre dedicata ai curatori e direttori delle istituzioni del territorio che si occupano di arte contemporanea. Dalla presentazione del proprio portfolio a una semplice conversazione, questi momenti sono pensati come un’occasione di confronto e di scambio per favorire la crescita professionale dei partecipanti ed estendere il loro network di contatti internazionali.
Akvilė Anglickaitė
Lituania, 1982
Akvilé Anglickaité Lavora prevalentemente con la fotografia, il suono e le immagini in movimento. Dal 2012, nell’ambito del suo PhD all’Accademia d’arte di Vilnius, porta avanti una ricerca sul fenomeno dell’incertezza nella fotografia e nella cultura contemporanea. Il suo lavoro è stato presentato in numerose esposizioni tra cui: X Baltic triennial” nel 2009; Lithuanian Art 2000-2010: Ten Years al CAC – Contemporary Art Centre di Vilnius nel 2010; Local-Global-plan a Copenhagen nel 2011 e Placebo alla Galerie im Körnerpark di Berlino nel 2008. Nel 2008 ha ricevuto il Lithuanian Culture Ministry Grant for Young Artists e nel 2012 è stata in residenza al Nida Art Colony.
La partecipazione di Akvilė Anglickaitė è sostenuta dal Ministero della Cultura di Lituania.
Laëtitia Badaut Haussmann
Francia, 1980
Vive e lavora a Parigi. Nel 2006, si è laureata all’École Nationale Supérieure d’Arts de Paris-Cergy e dal 2011 al 2012 ha seguito il programma Le Pavillon del Palais de Tokyo. Attualmente insegna cinema al Master della Paris Diderot University.
Ha partecipato a numerose mostre in Francia e in Europa e, recentemente, ha esposto presso: il MACVAL (Ivry 2013), il CPIF (Pontault-Combault, 2013), la Maison Populaire (Montreuil, 2013), il Palais de Tokyo (Parigi, 2010 e 2012), la Galerie des Galeries (Parigi, 2012), il Transpalette (Bourges, 2011) e il Musée d’Art Moderne (Parigi, 2010). Il centro In Extenso di Clermont-Ferrand e la Galerie Dohyang Lee di Parigi le hanno dedicato due mostre personali rispettivamente nel 2012 e nel 2010.
La partecipazione di Laëtitia Badaut Haussmann è sostenuta dall’Institut français Firenze.
Anna Franceschini
Italia, 1979
Il suo lavoro è stato presentato e premiato in diversi film festival internazionali, come Rotterdam, Locarno, Torino e Milano e ha esposto in mostre collettive presso il Remap4 di Atene; la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino; il Museo MACRO di Roma; il Futura Centre for Contemporary Art di Praga e Villa Medici a Roma. Sue personali sono state ospitate da Peep Hole, Milano; Bielefelder Kunstverein (D); Kiosk Gallery, Ghent; Objectif – Exhibition, Antwerp e Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia. Nel 2011 è stata premiata con la menzione d’onore nell’ambito dell’Ariane de Rothschild Prize, Milano, e nel 2012 ha vinto il Premio Fondazione Casoli, Fabriano, il New York Prize (Ministero degli Affari Esteri) e il Premio Terna. Nel 2013 è stata artista in residenza presso la Rijksakademie van beeldende kunsten di Amsterdam, l’ISCP Program di New York e VIR/Viafarini di Milano. Nel 2014, invece, sarà in residenza al MACRO. I suoi lavori sono in collezioni private e pubbliche come il Musée National d’Art Moderne / Centre Georges Pompidou e il MACRO. Vive e lavora tra Amsterdam e Bruxelles.
Ad Anna Franceschini è stata assegnata una borsa di studio offerta dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia.
Sophie Hamacher
Germania, 1980
Artista e filmmaker di Berlino, ha studiato presso l’Universität der Künste di Berlino e ha seguito il Whitney Museum Independent Study Program. Ha scritto e diretto progetti di varia natura: lungometraggi, documentari, video d’arte e film sperimentali. Il suo lavoro è stato esposto al Cairo, a Londra, Berlino e New York, all’interno di festival internazionali e di mostre. I suoi premi includono: il Best Documentary Big Muddy Film Festival e il Director’s Citation Black Maria Film and Video Festival nel 2013, il “Meisterschülerpreis des Präsidenten (MFA prize)” dell’University of the Arts di Berlino nel 2010. Il suo film Directing Dissent è stato nominato per il Free Speech Award nel 2013.
A Sophie Hamacher è stata assegnata la borsa di studio offerta dal Deutsches Institut Florenz.
Florian Krepcik
Austria, 1988
Lavora principalmente con il film e il video. Ha studiato presso l’Art Academy St. Joost, Den Bosch (NL). Nel 2013 è stato premiato con il Tent Academy Award, Rotterdam e con il St. Lucas Prijs Gemeente’s-Hertogenbosch. Il suo lavoro è stato presentato nell’ambito di diversi screening programs come: “Fancied Truth”, Galerie Sign, Groningen (2013); “Garage Grit”, MU Eindhoven (2013) e “The Company of Humour” Lokaal 01, Breda (2011). Vive e lavora in Olanda.
La partecipazione di Florian Krepcik è sostenuta da Vienna Media.
Rebecca Loyche
Stati Uniti, 1979
Rebecca Loyche, lavora prevalentemente con il video, la fotografia, le installazioni e il suono. Ha conseguito un master allo Hunter College di New York, e una “Meisterschüler degree” con Candice Breitz alla HBK Braunschweig nel 2011, come DAAD fellow. Nel 2010 ha ricevuto la borsa della New York Foundation for the Arts per la produzione della sua serie fotografica “Minds/Mines Don’t Care”. Il suo lavoro è stato esposto in festival e istituzioni internazionali dalla Videonale di Bonn, a Exit Art a New York, ad alcuni festival in Cina. Ha anche curato e diretto gli spazi MMX Open Art Venue, Co-Verlag e re:MMX a Berlino, dove vive e lavora.
Orestis Mavroudis
Grecia, 1988
È artista e filmmaker. Ha studiato storia e teoria dell’arte all’Università di Ioannina, in Grecia, e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2012, ha esposto con una personale dal titolo “Image, title, intermediate space” al Careof DOCVA di Milano. Ha presentato il suo lavoro nell’ambito di VideoArtVerona, Verona (2013), Action Field Kodra 2013, Tessalonica, e il Festival delle Arti Immateriali, Cividale del Friuli (2013). Tra le sue mostre collettive vi sono quelle presso Localedue/Fabio Farnè art spaces di Bologna nel 2013, Macedonian Museum of Contemporary Art di Salonicco e Careof DOCVA, Milano, nel 2012.
Inge Meijer
Olanda, 1986
Inge Meijer si è diplomata in Arti visive all’Academy of Fine Arts and Design di Arnhem (NL) nel 2012. Lo stesso anno è stata premiata con il Hendrik Valk Prize del Museum of Modern Art di Arnhem e con il Young Art Korte Film Award (NL). Il suo lavoro è una commistione di cinema sperimentale, documentario e arti visive. Recentemente ha terminato una residenza allo Schloss Ringenberg, Hamminkeln (D) ed è stata premiata con il Mondriaan Fund Amsterdam. Ha esposto presso l’Eye Film Instituut di Amsterdam (2013), il Pera Museum di Istanbul (2012), il T.E.N.T Rotterdam (2012) e il Bonnefantenmuseum (NL, 2011).
A Inge Meijer è stata assegnata una borsa di studio offerta dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia.
Peter Miller
Stati Uniti, 1978
Peter Miller ha conseguito un master alla School of the Art Institute di Chicago. I suoi film indagano gli aspetti del cinema nei suoi elementi costitutivi e irriducibili, come lenti, luce, flicker ecc. Ha ricevuto una Fulbright Fellowship per lavorare con Peter Tscherkassky a Vienna e un Hayward Prize per collaborare con Valie Export a Salisburgo. In seguito ha avuto una DAAD Fellowship e la KHM Fellowship per lavorare con Mathias Müller e Phil Collins a Colonia, in Germania. Recentemente ha partecipato al programma Le Pavillon del Palais de Tokyo. Le sue opere sono state esposte in numerosi festival internazionali tra cui Londra, Toronto, Rotterdam, l’IDFA, il Media City e il Centre Pompidou. Ha anche esposto in molte mostre personali e collettive tra le quali, a Parigi, Palais de Tokyo e Le Bal, e in Germania, Volker Bradke e Bundeskunsthalle Bonn. Vive e lavora tra Parigi e Berlino.
A Peter Miller è stata assegnata la “CECCHI Scholarship” istituita da Cecchi, azienda vinicola in Italia dal 1893.
Simone Rowat
Germania, 1988
Simone Rowat attualmente vive e lavora a Londra, dove ha completato un MA in Fine Arts presso il Royal College of Art nel 2013. Lavora sia con la fotografia che con le immagini in movimento.
Ha esposto in diverse istituzioni internazionali come lo Everhart Museum (USA, 2010), la Folkestone Triennial (Regno Unito, 2011) e l’ Alt +1000 Photography Biennale (Svizzera, 2011). Ha partecipato a diversi screening programs al Modern Art Oxford (2011) e al Temporary Artists Moving Image Cinema, progettato da Richard Wentworth, Londra (2012-13).
La partecipazione di Simone Rowat è sostenuta dal Royal College of Art.
Abigail Sidebotham
Galles, 1985
Abigail Sidebotham vive e lavora a Londra dove ha concluso il Fine Art Master al Royal College of Art nel 2013. Nella sua pratica utilizza il disegno, la performance, la scrittura, la fotografia e il video. Il suo lavoro è stato esposto alla HotShoe Gallery di Londra, all’Altitude 1000+ Festival in Svizzera e al DOX Centre for Contemporary Art a Praga. Ha vinto numerosi premi e ha partecipato a diverse residenze tra cui il Red Mansion residency programme di Beijing, Cina (2013). Ha ricevuto una menzione d’onore per il lavoro esposto al DOX Centre for Contemporary Art oettenendo una borsa per una residenza a Praga (2014).
La partecipazione di Abigail Sidebotham è sostenuta dal Royal College of Art.
Özlem Sulak
Turchia, 1979
Ha conseguito un master in digital media alla Hochschule für Künste Bremen e la specializzazione a Lione alla École nationale supérieure des beaux-arts. Dal 2005 al 2012 ha partecipato a diversi programmi di residenza, tra cui: la Cité Internationale des Arts, Parigi; il Kultur Kontakt Austria, Vienna; il Kunstverein Hannover Villa Minimo; il Künstlerstätte Schloß Bleckede (D) e il Kunstverein Hildesheim (D). Ha esposto in mostre personali presso: La Compagnie, in occasione di Marsiglia Capitale europea (2013), Tresor im ba-ca Kunstforum, Vienna (2012), Kunstverein Hannover (2011), Cuxhavener Kunstverein (2010) e GAK, Bremen (2009). I suoi lavori sono stati esposti alla FRAC Provence-Alpes-Côte d’Azur, alla Resonance Biennial de Lyon, al ZKM Karlsruhe e alla Kunsthaus di Graz. Ha anche partecipato a numerosi film festival come Locarno, Toronto, Vancouver e Marsiglia.
Ad Özlem Sulak è stata assegnata la borsa di studio offerta dall’Institut français Firenze.
screening program
QUEST’ANNO VISIO HA AGGIUNTO UNA NUOVA SEZIONE PER PRESENTARE AL PUBBLICO
UNA SELEZIONE DI VIDEO REALIZZATI DAGLI ARTISTI PARTECIPANTI
martedì 12 novembre – domenica 17 novembre ore 11:00-17:00 Villa Romana, Firenze
Tinside Lido
di Akvilė Anglickaitė, 2006, DV, 8'41''
”Tinside Lido” è un film basato su delle storie vere.“Tinside Lido” è un film basato su delle storie immaginate.
Le storie possono essere vere come inventate. Lo spettatore può immaginare una storia vera al pari dei narratori. Lui o lei possono osservare i movimenti dell’immaginazione del narratore, poiché essa non è stata né interrotta né forzata a seguire un copione già scritto.
“Tinside lido” è, quindi, un film documentario in cui tre uomini provenienti da tre paesi e culture differenti raccontano una storia a proposito di uno stesso posto in cui qualcosa è dev’essere accaduto.
And again and again and again
di Laëtitia Badaut Haussmann, 2012, HD, 5' 35''
Il film And again and again and again segue la ripetuta acquisizione di gesti elementari, sia coreografici che cinematografici. Una telecamera si muove attorno ad un ballerino, rispondendo alle sue infinite piroette con una carrellata circolare, a sua volta senza fine. Ne deriva una duplice vertigine, che prende il corpo del ballerino come l’occhio della telecamera.
A poco a poco l’esercizio – sia fisico che visivo – lascia il posto a uno sfinimento simile ad un’ipnosi intensificata dalla presenza dello specchio. Si tratta di resistenza sia fisica che mentale, perché il danzatore – giudice e giuria – non può mai vedere nella sua interezza nello specchio piatto, immobile e senza memoria il movimento che spera di perfezionare. La telecamera può essere lo strumento ideale per quella visualizzazione: un “mettere in orbita” l’occhio interno del danzatore, la memoria e il movimento.
Il film è stato realizzato nel 2012 all’interno dello Studio Balanchine al Ménagerie de verre, grazie alla partecipazione di Noé Soulier, ballerino e coreografo. Hélène Meisel
The Player May Not Change His Position
di Anna Franceschini, 2009, Full HD, 17'
Il Luna Park può essere considerato una trappola meravigliosa per gli occhi e per il corpo. È solamente questa, io credo, la ragion d’essere della sua esistenza al giorno d’oggi. Il Luna Park con tutte le sue attrazioni, luci, suoni, movimenti, è un santuario anacronistico, un’enclave dove al tempo e allo spazio è concesso di espandersi o ritrarsi, sbeffeggiando ogni riferimento.
È il regno della rotazione e del vortice, delle luci lampeggianti e dei frammenti, del buio, degli specchi e dei flash.
Il Luna Park è un riflesso della lente del cinema, la sua topologia un “Montaggio di attrazioni”, la sua magia realizzata con tutti i tipi di tagli, effetti speciali e dissolvenze possibili.
Questo video è solo un giro su una giostra. O viceversa.
Der Nebel (The Fog)
di Sophie Hamacher, 2009, SD, 11'11''
In questa narrazione intima, che ha come premessa la piccola era glaciale della fine del XVIII secolo, il film “Der Nebel” estende il genere del found-footage per mettere in discussione la sua stessa chiarezza. Esaminando l’atto del guardare come un atto di trasmissione, il film mette insieme spezzoni tratti da Youtube con una lunga ripresa video di un battello che naviga nella nebbia.
La nebbia, metafora del capitalismo, rimane di fatto opaca, ruotando attorno a confuse allusioni che rimandano al crollo finanziario mondiale.
Is It Real Love? Of Course Not!
di Florian Krepcik, 2013, HD, 22'22''
Questo film è un’esperienza cinematografica innovativa capace di immettere dei sentimenti in un ambiente solitamente freddo: il mondo virtuale di un videogioco.
La ‘magia’ avviene nell’ambiente urbano di una San Francisco virtuale: un luogo familiare, fatto di architetture quasi reali, infrastrutture e movimenti, e allo stesso tempo alterato da un senso di virtualità. Inserendo l’estetica della pellicola, filmando il mondo del gioco in bianco e nero, si raggiunge un’unità dove comunque l’artificialità resta presente.
The Still Life Series
di Rebecca Loyache, 2011-2012, HD, 5' 09"
“The Still Life” è una serie che raccoglie alcune memorie di un vecchio edificio in ristrutturazione nel quartiere Mitte di Berlino. Viene predisposto uno still life tutte le volte che un muro, all’interno dell’edificio, sta per essere demolito. Ogni still life viene realizzato a partire dagli oggetti e dalle tracce lasciate nelle stanze dell’edificio. Gli uomini che abbattono i muri cominciano da un lato mentre io mi posiziono dall’altro, filmando lo still life e proteggendo la videocamera dalla caduta dei detriti. Quando si osserva una demolizione, questa crea un vero set per il film. Il formato storico dello still life, usato normalmente per catturare lente decomposizioni, diventa in questo caso un medium per mostrare rapide distruzioni.
Apposite registrazioni sonore sono state montate per amplificare il preesistente rumore ambientale della città che si muove al di fuori delle finestre dell’edificio durante la demolizione. La vita al di fuori della finestra sovrasta la vita dentro fino al momento in cui tutto torna tranquillo.
Attempt to fly
di Orestis Mavroudis, 2013, HD, 5'
Al buio, nel suo laboratorio, un uomo costruisce una paradossale macchina volante.
Ad un certo punto, va su una montagna per verificare le potenzialità della sua costruzione.
Wassen, knippen, watergolen / Wash, Cut, Set
di Inge Meijer, 2011, HD, 8'
All’interno del negozio di parrucchiere di Alma, osserviamo un andirivieni di persone anziane a cui vengono lavati, tagliati e acconciati i capelli. I clienti sono lasciati nelle mani della parrucchiera, mentre la telecamera è lo specchio dove sia lo spettatore sia i clienti guardano attentamente.
Cosa mi succederà quando sarò io ad essere seduto su quella sedia? Occhio contro occhio, la caducità della nostra esistenza viene messa in discussione mentre gli spettatori sono coinvolti a toccare con mano il processo dell’invecchiamento.
Ten Minutiae
di Peter Miller, 2012, 35mm transferred to video, 5'
Le minuzie sono piccole cose. In questo caso sono dieci.
Queste 10 piccole cose formano una piccola mostra che esalta il cinema.
At The Tree Line
di Simone Rowat, 2013, HD Video (RED), 25'
“At The Tree Line” è un corto con la struttura della favola; il ritratto di una donna che, isolata nel paesaggio aspro della sua casa di famiglia abbandonata, è portata al limite della follia. Il film è ambientato in una dimensione atemporale e onirica, in cui gli indizi non sono abbastanza forti da permettere al sognatore di rendersi conto di trovarsi in un sogno.
Senza cibo e senza contatti con il mondo esterno, le sconnessioni irregolari nella percezione che Tess ha della casa cominciano a rivelare quella che sembra essere un’inquietante storia familiare. Questi indizi rivelano un passato che è del tutto intraducibile, che però costituisce il suo senso di se stessa e dell’ambiente circostante. Siamo invitati a camminare con Tess attraverso questo spazio simbolico che esiste solo per rivelare questa sua psicologia.
Her Name is Herman
di Abigail Sidebotham, 2013, HD, 15' 10''
“Her Name is Herman” è un film sul desiderio, la passione e la mascolinità. Racconta la storia vera di un contadino che, nel 1976 grazie ad una premonizione, scopre una grande bomba ‘Herman’ inesplosa della seconda guerra mondiale, sotterrata in profondità in un terreno di sua proprietà nella penisola di Gower in Galles.
Questo relitto storico, sotterrato e ostile, è un archetipo potente del trauma della guerra e l’impegno di recuperarla e di disinnescarla incarna il principio maschile della conquista.
September 12 (DE)
di Özlem Sulak, 2011, HD, 20'00''
Trenta anni fa, il 12 Settembre 1980, un colpo di stato militare di destra guidato dal Generale Kenan Evren, prese il potere in Turchia, stabilì la legge marziale e abolì i partiti politici e i sindacati. Arrivando alla fine di un decennio di lotte politiche e sociali, il colpo di stato scatenò un’ondata di repressione contro la classe lavoratrice e gli oppositori di sinistra al nuovo regime. Il risultato fu che sessantamila rifugiati politici turchi si stabilirono definitivamente nella Repubblica federale tedesca. “September 12 (DE)” si concentra sulla storia di alcuni di questi rifugiati e ripercorre il loro arrivo in Germania.
VISI. European Workshop on Artists’ Moving Images II edizione
a cura di
Leonardo Bigazzi
promosso e organizzato da
Lo schermo dell’arte Film Festival
in collaborazione con
Villa Romana
FST – Mediateca Toscana
Con il sostegno di
- Regione Toscana
- Ente Cassa di Risparmio di Firenze/Osservatorio per le Arti Contemporanee
- Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia
- Institut français Firenze
- Deutsches Institut Florenz
- Cecchi
La selezione dei partecipanti è realizzata in partnership con
- Akademie der Bildenden Künste München,
- Ecole Nationale Superieure des Beaux-Arts de Lyon
- Finnish Academy of Fine Arts (Helsinki),
- LE FRESNOY Studio national des arts contemporains (Tourcoing),
- Pavillon Neuflize OBC del Palais de Tokyo (Parigi)
- Royal College of Art (London)
- Royal Danish Academy of Fine Arts (Copenhagen)
- Vilnius Academy of Arts
- Universität der Künste Berlin
- Zurich University of The Arts
- Accademia di Belle Arti di Brera (Milan)
- Accademia di Belle Arti di Firenze