Exit Through the Gift Shop

Lo schermo dell’arte Film Festival, in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana Mediateca, Pier Francesco Aiello per P.F.A. FILMS e Feltrinelli Real Cinema e grazie al sostegno di GOLD e OPINION CIATTI, presentano il film: Exit Through the Gift Shop di BANKSY

INFORMAZIONI

Giovedì 12 Maggio 2011
ore 21.00 (e in replica alle 23.00)
Odeon Firenze, Piazza Strozzi

Versione originale con sottotitoli italiani

Anteprima italiana di Exit Through the Gift Shop firmato dal misteriosissimo genio della street art Banksy.

Banksy  è famoso in tutto il mondo ma nessuno conosce la sua vera identità, si sa solo che è nato circa 35 anni fa a Bristol, che crea la sua arte con incursioni in luoghi simbolici delle grandi città di tutto il mondo, e che le sue opere, a dispetto delle sue posizioni fortemente critiche nei confronti del sistema dell’arte, fanno gola a migliaia di collezionisti, tra i quali  le star Brad Bitt e Angelina Jolie.

Con questa anteprima all’Odeon Firenze, Lo schermo dell’arte continua il suo percorso di presentazioni di film in cui i temi del cinema e dell’arte si intrecciano, così come era stato nel 2010 per l’intenso Donne senza uomini dell’artista iraniana Shirin Neshat e, successivamente, per il corrosivo Boogie Woogie del regista inglese Duncan Ward.

Exit Through the Gift Shop è distribuito in Italia da P.F.A. Films e prossimamente in home video nella collana Feltrinelli Real Cinema. Dopo lo straordinario successo ottenuto nel 2010 al Sundance Film Festival e al Festival di Berlino, il film ha ricevuto la nomination come miglior documentario agli Oscar 2011.

Tutto è iniziato ”come un documentario su un uomo che voleva fare un documentario su di me”, racconta Banksy con il volto incappucciato e con la voce alterata elettronicamente all’inizio del film. Ma in verità, il film è molto altro. “Disaster movie” provocatorio, ironico, e assurdo Exit Through the Gift Shop è una sorta di manifesto di Banksy sulla democratizzazione dell’arte contemporanea, un racconto brutale e rivelatore di ciò che succede quando cialtroneria, successo, e denaro vengono a incontrarsi. Vi si racconta la storia di Thierry Guetta, uno strampalato francese che vive da molti anni a Los Angeles, uomo dai mille lavori, filmaker compulsivo senza alcuna nozione di cinematografia, ossessionato dagli artisti di strada che insegue dovunque filmandoli.

Appaiono alcuni conosciutissimi come Shepard Fairey autore del personaggio “Obey” ma soprattutto del celebre ritratto bicromatico per la campagna elettorale di Obama, Space Invader, col volto nascosto, noto per i mosaici raffiguranti i personaggi del celebre videogame, Swoon, Rhys Ifans.

Il film è la storia di molti “disastri”, quello che riguarda il mondo dell’arte contemporanea e quello legato alla creazione di un “mostro” simpatico e sconclusionato ma perfettamente capace di promuovere se stesso. La trasformazione di Thierry Guetta in “Mr. Brainwash” è infatti la parabola di un uomo qualunque che diviene dal nulla artista di successo, accettato e ricercato dal sistema dell’arte.

Su tutto aleggia il genio di Banksy che mescola e rimescola continuamente le carte al punto che lo spettatore non sa più cosa nella storia sia vero e cosa sia falso: Thierry Guetta, alias Mr. Brainwash, è un’opera d’arte vivente dello stesso Banksy? Exit Through the Gift Shop è un documentario vero su un personaggio finto?

Rimane comunque il fatto che Exit Through the Gift Shop è un documento straordinario sull’opera quotidiana degli street artist che contiene alcune inedite immagini dello stesso Banksy al lavoro.
 Ed è un film eccezionalmente divertente, in qualunque modo lo si voglia prendere: è davvero l’unico documentario possibile su Banksy.

Exit Through the Gift Shop

  • un film di Banksy
  • prodotto da JAIMIE D’CRUZ
  • narrato da RHYS IFANS
  • montaggio CHRIS KING & TOM FULFORD
  • produttori esecutivi HOLLY CUSHING & JAMES GAY-REES
  • suono JIM CAREY
  • supervisione alle musiche e colonna sonora originale GEOFF BARROW
  • colonna sonora originale composta e eseguita da RONI SIZE
  • editor online ADAM EDDY
  • colourist ADAM GLASMAN
  • riprese aggiuntive AIKO NAKAGAWA
  • dubbing mixer ALAN SALLABANK
  • supervisione al suono JACK GILLIES

Life Remote Control THIERRY GUETTA con JOACHIM LEVY
in ordine di apparizione

  • BANKSY
  • THIERRY GUETTA (aka MR. BRAINWASH)
  • DEBORA GUETTA
  • SPACE INVADER
  • MONSIEUR ANDRE
  • ZEUS
  • SHEPARD FAIREY
  • RON ENGLISH
  • SWOON
  • BORF
  • BUFFMONSTER

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Marina Abramović. The Artist is Present

Lo Schermo dell’arte Film Festival e Odeon Firenze presentano l’anteprima italiana del film Marina Abramović. The Artist is Present di Matthew Akers, USA, 2012, 106’

  • Intervista a Marina Abramović
    di Fulvio Paloscia, realizzata al PAC di Milano il 13 marzo 2012 in occasione dell’allestimento della mostra “The Abramović Method”

INFORMAZIONI

Giovedì 22 Marzo 2012 – ore 20.30
Odeon Firenze, Piazza Strozzi

Versione originale con sottotitoli italiani.

 

Lo schermo dell’arte Film Festival e Odeon Firenze presentano Giovedì 22 marzo l’anteprima italiana del film Marina Abramović. The Artist is Present  di Matthew Akers (USA, 2012, 106′), straordinario ritratto di una donna icona dell’arte degli ultimi 40 anni, maestra internazionale della performance, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1997.

Il film è il racconto della preparazione del momento più importante della sua carriera, la mostra retrospettiva che il MoMA di New York le ha consacrato nel 2010. Al centro di un quadrato di luce allestito nell’atrio del museo, sette ore al giorno, sei giorni alla settimana per tre mesi, Marina Abramović ha accolto in silenzio con la sua presenza chiunque desiderasse sedersi davanti a lei, mentre nelle sale espositive oltre trenta giovani performer ri-eseguivano alcune tra le sue azioni storiche.

Premiato al 62o Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2012 con il “Panorama Audience Award”, il film è coprodotto e distribuito in Italia da GA&A e Feltrinelli Real Cinema. Viene proiettato in anteprima nazionale il 22 marzo a Firenze al cinema Odeon e a Milano al cinema Apollo, in occasione della personale Marina Abramović. The Abramović Method che dal 21 marzo si terrà al PAC di Milano (curata da Diego Sileo e Eugenio Viola, fino al 10 giugno).

Marina Abramović. The Artist is Present ci trasporta nel vivo dell’ultima recente impresa di Marina Abramović, maestra internazionale della performance, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1997, che ha fatto del tempo il fulcro della sua arte.

Al centro di un quadrato di luce allestito nell’atrio del MoMA di New York in occasione della sua prima ampia retrospettiva museale, sette ore al giorno, sei giorni alla settimana per tre mesi, l’artista ha accolto in silenzio con la sua  presenza chiunque tra i visitatori desiderasse sedersi davanti a lei all’altro capo di un tavolo, uno alla volta ciascuno per un tempo diverso, mentre contemporaneamente nelle sale espositive oltre trenta giovani performer rieseguivano alcune tra le sue azioni storiche. Se le riprese sul volto dell’artista immettono direttamente al centro della situazione performativa, dove in un gioco di rispecchiamenti lo sguardo della telecamera si sostituisce in modo virtuale a quello dei visitatori, quelle girate nel corso della lunga preparazione della mostra e del workshop con gli artisti a cui ha affidato le sue opere del passato, restituiscono alcuni degli aspetti fondamentali del suo lavoro e della sua stessa vita: l’importanza della preparazione metodica e dell’esercizio rigoroso alla concentrazione, all’ascolto, al silenzio, per predisporsi fisicamente e mentalmente alla creazione e all’esperienza dell’emozione. Fortemente impegnata con la sua personale ricerca in una attività volta al riconoscimento e alla tutela di quest’arte, in un’ottica storica con lavori come Seven Easy Pieces (2005), e guardando al futuro col progetto di un Centro dedicato alla Performance Art, a sessantatre anni e all’apice della sua carriera, “Lady Performance” affronta il presente con consapevolezza,  profondità,  ironia, lasciando riaffiorare  immagini, oggetti e presenze come quella di Ulay (Frank Uwe Laysiepen), che per dodici anni ha condiviso con lei simbioticamente imprese artistiche e vita quotidiana.

L’incontro dei loro sguardi, il loro ritrovarsi l’uno di fronte all’altra, alla giusta distanza dopo la lunga separazione, costituisce uno dei momenti più toccanti del film, che è stato premiato al 62o Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2012 con il “Panorama Audience Award”.


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